DECONTRIBUZIONE SUD

La decontribuzione Sud è un’agevolazione, introdotta dalla Legge di Bilancio 2021, che prevede un esonero contributivo per i datori di lavoro privati con sede in una delle regioni del Mezzogiorno. La Commissione Europea ha concesso un’ulteriore proroga fino al 31 dicembre 2024. Qualora entro la data del 30 giugno 2024 sia stato instaurato un rapporto di lavoro a tempo determinato, la decontribuzione in trattazione può trovare applicazione fino al 31 dicembre 2024 ancorché tale rapporto venga prorogato o trasformato a tempo indeterminato successivamente al 30 giugno 2024. Le nuove assunzioni effettuate dal 1° luglio 2024 restano dunque escluse dal beneficio, a prescindere dalla sede di impiego del lavoratore.

È stata introdotta per tutelare e incentivare i livelli occupazioni in aree con gravi situazioni di disagio socioeconomico. L’agevolazione è poi stata applicata, a partire dalla mensilità di luglio 2022 tra le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia a seguito dell’inizio della guerra in Ucraina.

Per quanto riguarda l’anno in corso, l’INPS ha comunicato la proroga al 31 dicembre 2024 della decontribuzione Sud. La decisione è stata presa dalla Commissione Europea, che ha autorizzato l’Italia ad allungare i termini dell’agevolazione per altri 6 mesi.

MASSIMALI

 La Commissione Europea ha approvato, oltre alla proroga, anche l’innalzamento dei massimali di erogazione degli aiuti compresi nel “Temporary Crisis and Transition Framework”.

In particolare, il massimale di erogazione è stato fissato a:

  • 335mila euro per le imprese attive nei settori della pesca e dell’acquacoltura;
  • 2,25 milioni di euro per tutte le altre imprese ammissibili al regime di aiuti esistente.

Con specifico riferimento ai suddetti massimali, qualora un datore di lavoro operi in più settori per i quali si applicano massimali diversi, per ciascuna di tali attività deve essere rispettato il relativo massimale di riferimento e non può, comunque, mai essere superato l’importo massimo complessivo di 2,25 milioni di euro per datore di lavoro.

 Inoltre, viene confermato che la misura non trova applicazione in relazione ai settori della produzione primaria di prodotti agricoli, del lavoro domestico e del settore finanziario.

A CHI È RIVOLTO

L’agevolazione spetta ai datori di lavoro privati anche non imprenditori, con riferimento ai rapporti di lavoro dipendente, con sede legale e operativa in una delle seguenti regioni del Sud Italia:

  • Abruzzo
  • Basilicata
  • Calabria
  • Campania
  • Molise
  • Puglia
  • Sardegna
  • Sicilia.

La misura è valida anche per i contratti a tempo determinato, per i rapporti di lavoro in corso, alle nuove assunzioni.

Dal momento che la decontribuzione è concessa nel rispetto delle condizioni previste dal “Temporary crisis framework” sono esclusi i settori della produzione primaria di prodotti agricoli, del lavoro domestico e del settore finanziario, ma anche:

  • enti pubblici economici e istituti autonomi di case popolari trasformati in enti pubblici economi come da legislazione regionale;
  • tutti gli enti che sono diventate società di capitali (anche quelli a capitale pubblico) a seguito di processi di privatizzazione;
  • ex istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza diventate a diritto privato;
  • aziende speciali (anche in consorzio);
  • consorzi di bonifica e industriali;
  • enti morali ed ecclesiastici.

Per le imprese con sede legale in un’altra regione, ma con una o più unità situate nei territori ammessi sarà comunque possibile presentare l’istanza.

VANTAGGI

La decontribuzione Sud offre ai datori di lavoro del Mezzogiorno una serie di vantaggi, tra cui:

  • una riduzione dei costi del lavoro, che può favorire l’assunzione di nuovo personale;
  • un miglioramento della competitività delle imprese, che può favorire la crescita economica del territorio.

Il contributo alla riduzione dei divari territoriali e al rilancio delle aziende, del lavoro e del sistema produttivo delle Regioni del SUD è stato confermato anche dall’ ISTAT, che ha riscontrato nel 2023 una crescita economica del Mezzogiorno superiore alla media nazionale, rispetto ad un 2022 in cui aveva mostrato andamenti inferiori. In particolare, il Pil è aumentato in volume dell’1,3% nel Mezzogiorno e dell’1% nel Nord-ovest, a fronte di dinamiche più contenute nel Nord-est (+0,8%) e, soprattutto, nel Centro (+0,5%). Anche in termini occupazionali il Mezzogiorno è stata l’area che ha dato il contributo maggiore alla crescita, con un incremento degli occupati che ha raggiunto il 2,5% a fronte di stime più contenute per le restanti aree del Paese.

Un risultato, questo, al quale proprio la Decontribuzione sud ha dato un contributo sostanziale.

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